Regione e sindacati in pressing Ma Safilo è irremovibile: si chiude
In alto una rappresentanza dei lavoratori della Safilo di Martignacco (UD) ieri a Trieste.
Regione e sindacati in pressing Ma Safilo è irremovibile: si chiude UDINE. Altra rumata nera sulla vertenza Safilo.
L’incontro che ieri pomeriggio ha visto confrontarsi l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, i sindacati di categoria e i vertici aziendali, si è concluso ancora una volta con un nulla di fatto. Le posizioni di Regione e sindacati da un lato e dell’azienda dall’altro restano tanto granitiche quanto distanti. Le parti sociali, sostenute dall’assessore Bini, chiedono che l’azienda faccia dietrofront e in luogo di procedere alla chiusura del sito produttivo di Martignacco e all’invio delle lettere di licenziamento per i suoi 235 dipendenti attivi un contratto di solidarietà così da avere il tempo di cercare altre soluzioni.
L’impresa rispedisce la richiesta al mittente, poiché – a dir suo – tecnicamente incompatibile con il piano industriale approvato dal Consiglio di amministrazione, e mette sul piatto un advisor utile alla ricerca di un imprenditore disposto a rilevare la fabbrica e dare una nuova chance ai suoi dipendenti.
Quadro immobile dunque, che tuttavia non sembra scoraggiare l’assessore Bini. «Da parte nostra-ha dichiarato ieri l’esponente della giunta Fedriga – c’è la più totale fermezza nei confronti dell’azienda. Vogliamo arrivare alla stesura e alla definizione di un contratto solidarietà che eviti la chiusura dello stabilimento. Safilo ha aggiunto Bini – deve rendersi conto di avere una responsabilità sociale nei confronti dei lavoratori occupati in Frulli Venezia Giulia. Un territorio, quello regionale, che a quest’azienda ha già dato tanto in passato». Anche per questo l’amministrazione regionale rivendica un’attenzione “speciale”. «Pretendiamo che il destino del sito di Martignacco venga inserito in un ragionamento collegiale e collettivo – rilancia l’assessore -. Non mettiamo in discussione la politica industriale dell’azienda, ma chiediamo tempo e l’apertura di un vero tavolo di concertazione a Roma». Tavolo che ha già una data. L’appuntamento è fissato al ministero dello Sviluppo economico per domani, giovedì 16 gennaio, alle 15 con il ministro Patuanelli e i dirigenti ministeriali. «Ci aspettiamo che in questi due giorni l’azienda maturi la disponibilità a una trattativa vera- ha auspicato il segretario regionale di Filctem Cgil, Andrea Modotto -. Fino a oggi non si sono mossi di una virgola dalla posizione iniziale. Se vogliamo fare una trattativa vera ci si deve incontrare a metà strada, ognuno deve fare un passo e il primo tocca all’azienda: apra la discussione sulla messa in campo del contratto di solidarietà». I sindacati sottolineano con favore l’assist dell’assessore Bini. «Si è schierato dalla nostra parte e questo ci darà certamente una forza maggiore al tavolo», ha aggiunto Modotto.
Dello stesso avviso il leader di Uiltec Friuli Venezia Giulia, Nello Cum.
Spalleggiati dall’assessore «andremo a Roma per capire fino in fondo quali sono i volumi esistenti e se questi permettano la messa in campo di un contratto di solidarietà, che riteniamo. – ha detto Cum l’unico strumento utile a dare una risposta, almeno parziale, ai lavoratori».