Auto aziendali e plastic tax, arriva il taglio: come cambieranno
Un alleggerimento della plastic tax e stretta sulle auto aziendali da 1,1 miliardi nel 2020 rispetto alle maggiori entrate previste dalla manovra. Con il restyling delle due misure, confermato a “di Martedì” dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, il gettito atteso il prossimo anno dal prelievo sulla “plastica” scende da 1,079 miliardi a poco più di 312 milioni mentre quello sulle “auto” quasi si azzera, passando da oltre 332,5 milioni a 2,1 milioni.
Lo stesso premier Giuseppe Conte aveva annunciato che il Governo era pronto a rivedere l’intervento sui fringe benefit: «Sulle auto aziendali dobbiamo fare ammenda: con umiltà ci siamo messi al lavoro per rimodulare la misura fino a svuotarne l’effetto negativo che potrebbe avere sul sistema produttivo», ha detto alla conferenza Aci.
Auto aziendali, tasse modulate sulle emissioni
«La misura – ha detto ieri sera Gualtieri – è stata profondamente rivista: nessuno avrà un euro di tasse in più perché ci sarà una modifica del sussidio. Per le nuove auto ci sarà un’ulteriore riduzione, cioè un sussidio aumentato per le auto poco inquinanti». L’emendamento che sarà presentato dal Governo al Senato riguarda solo i nuovi contratti con decorrenza da luglio 2020. E riduce l’attuale fringe benefit al 25% sulle auto aziendali con emissioni di C02 inferiori a 60 g/km e al 30% su quelle superiori a 60 g/km e inferiori a 160 g/km. Per i veicoli con emissioni inquinanti superiori a 160 g/km e inferiori a 190 g/km attribuiti in uso promiscuo ai dipendenti la percentuale diventa del 40% nel 2020 per poi salire al 50% dal 2021. Per tutte le auto superiori a 190 g/km scatta il 50% il prossimo anno e il 60% a partire dal 2021.
Dimezzato il prelievo della plastic tax
Per la plastic tax, che entrerà in vigore ad aprile (primo versamento a luglio), arriverà, come anticipato dal Sole 24 Ore, il dimezzamento del prelievo (da 1 euro a 50 centesimi al Kg) e l’ampliamento dei prodotti esentati in cui rientreranno tutti i dispositivi medici e gli imballaggi dei medicinali, con una riduzione del 70% del gettito atteso. Ad essere esentata sarà anche la plastica riciclata (come è già per quella biodegradabile e compostabile). «Abbiamo avuto un tavolo con tutti gli operatori della filiera plastica, anche con le associazioni, con Legacoop, Confapi, Confindustria, e abbiamo deciso di lanciare un tavolo permanente per un grande piano nazionale della plastica», ha annunciato Gualtieri. Che si è poi soffermato sul taglio del cuneo. Una delle ipotesi è «estendere gli 80 euro alla fascia di redditi fino 35mila euro completando gli 80 euro e facendoli diventare i 120 euro per tutti gli altri». Quanto alle coperture per la riscrittura di plastic tax e “auto”, dovrebbero essere garantite in gran parte da maggiori entrate, ma senza ricorrere a nuovi balzelli.
Italia Viva chiede abolizione della plastic tax
Le modifiche non bastano a Italia di Viva di Renzi. «La vera notizia sulla plastic tax non è la rimodulazione ma il fatto che resti ancora in manovra, nonostante gli appelli delle imprese. Noi di Italia Viva abbiamo presentato un emendamento per abolirla perché crediamo che nessuna nuova tassa debba essere imposta ad un Paese in recessione», ha ribadito su twitter il capogruppo in Senato di Italia Viva Davide Faraone, invocando la cancellazione della norma in manovra.
Le modifiche in arrivo
Gli emendamenti dell’esecutivo al Ddl Bilancio sono attesi venerdì al Senato, anche se potrebbero slittare al week end. I tecnici hanno continuato a lavorare alla scrematura degli oltre 200 emendamenti messi a punto dai ministeri. Della lista di una sessantina di ritocchi che alla fine sarà presentata in Commissione dovrebbero far parte il bonus per assumere o mantenere in servizio le neo-mamme, la dote rafforzata per finanziare i voucher per l’acquisto di decoder e smart tv con il passaggio alla tecnologia Dvb T2. Come riportato da “Public Policy”, nel pacchetto finale potrebbero entrare anche l’aumento delle detrazioni per le colonnine per la ricarica di auto e moto elettriche, il contributo “strutturale” all’imprenditoria giovanile e femminile, 20 milioni per i lavoratori dei call center, il rifinanziamento dei contratti di sviluppo, la proroga della Cigs, 50 milioni per apprendistato e alternanza scuola lavoro e il credito d’imposta per investimenti in ricerca.
Bocciato il ripristino dello scudo pensale per ex Ilva
Sempre martedì 26 novembre la commissione Bilancio ha stoppato 186 dei 700 emendamenti dei gruppi parlamentari. Anche se in serata alcuni ritocchi sono stati ripescati. Tra gli “inammissibili” il correttivo della Lega sul ripristino dello scudo penale per l’ex Ilva e quello del M5S sulla stretta agli studi dentistici con titolari non medici. Stop anche alla proroga di cedolare secca sui negozi e bonus rottamazione auto. Sull’iter resta l’incognita dei tempi, che si allungano. Il testo approderà in Aula non prima di giovedì o venerdì prossimi, e comunque non il 3 dicembre come previsto. Quasi scontata la “fiducia”.