Perché l’8 marzo: la storia per meglio capire la festa delle donne. Continua la nostra iniziativa, nel ripercorrere le lotte e le vittorie delle donne. Oggi: 1975 la potestà genitoriale condivisa
La famiglia è uno dei luoghi in cui è più difficile far valer i propri diritti, per i legami affettivi fra le persone.
Nel 1975, non a caso, viene introdotta la parità tra uomo e donna in ambito familiare. Marito e moglie, da quel momento in avanti si mettono sullo stesso piano morale e giuridico, e la potestà sui figli spetta a entrambi i genitori.
È una riforma decisiva per lo sviluppo giuridico e sociale italiano che riconosce alla donna una condizione di completa parità con l’uomo, all’interno della famiglia.
Da “pater familias” si passa alla potestà genitoriale condivisa.
Il marito cessa di essere il capo famiglia, la donna cessa di prendere il cognome del marito.
Ma, nonostante, sono passati 45 anni dalla legge 151, la rivoluzione sociale che ha innescato è ancora lontana dall’essere terminata.
La riforma infatti traduce in legge una “cogestione paritaria” della famiglia ma stando ai fatti, in Italia solo una madre su due lavora. Le donne lavorano in media 30 ore alla settimana e quando rientrano a casa si sobbarcano altre 24 ore di lavori domestici, contro le 9 ore degli uomini che dedicano al lavoro una media di 38 ore alla settimana.
Poi ci sono delle cose che cambiano davvero la vita, e una di queste è diventare mamma.
Ma essere mamma non è una condizione temporanea, essa vuol dire anche continuare a essere donna, moglie(compagna), lavoratrice, e questo non è un vuoto slogan di cui riempirsi la bocca, ma nelle società più avanzate è un diritto, accompagnato da una cultura che trasforma concretamente gli stili di vita.
Per la società italiana questa è fantascienza.
Non è possibile dover lavorare per guadagnarsi la minima credibilità professionale e allo stesso tempo fare i salti mortali per tenere la gestione di una famiglia. Certo, i mariti aiutano, ma il loro apporto è sempre marginale ed il carico fisico ed emotivo è quasi sempre delle donne.
Questa, oggi, purtroppo è la realtà.